Agricola Mascio

Chi Siamo

Chi Siamo

L'azienda Agricola Mascio è situata a Trevi un piccolo comune dell'Umbria che è conosciuto, oltre che per la sua storia, per la bellezza incontaminata del suo paesaggio.

Il paesaggio a Trevi delinea l'armonia tra la natura e l'uomo che, con il suo lavoro, ha modellato le colline fin dall'epoca dell'antica Roma creando terrazzamenti e mettendo a dimora migliaia di piante di olivo.

Dall'olivo, come nel passato, anche nel presente Trevi ed i suoi dintorni ricevono la luce, la quiete e l'armonia.

In questo territorio, immerso in un mare verde dai riflessi argentei, si trova l'azienda agricola Mascio che si prefigge di valorizzare il frutto dei suoi oliveti producendo un olio DOP di alta qualità nel rispetto dell'ambiente e delle tradizioni, ma anche con spirito di innovazione nelle pratiche colturali, agronomiche e nell'impiego delle migliori tecniche nella molitura e nella conservazione dell'olio prodotto.

L'azienda agricola Mascio vuole perseguire l'eccellenza sia nella qualità dell'olio prodotto che nella qualità percepita dai suoi clienti, ai quali, in totale trasparenza, sarà garantita una informazione consapevole delle caratteristiche del prodotto, della sua genuinità e della sua provenienza.

Il legame con il Territorio

Sin dall'antichità nella zona di Trevi la coltivazione dell'olivo ha avuto un ruolo preponderante e, nel corso dei secoli, oltre a modificare il paesaggio ha inciso sulle attività umane contribuendo a formare molteplici mestieri e professioni legati al mondo dell'olivo e dell'olio che ancora oggi costituiscono un patrimonio culturale del tutto unico.

Questo patrimonio, nel corso del tempo, non è andato disperso anzi si è arricchito con il contributo delle nuove tecnologie che, unitamente alle tecniche tradizionali, conducono ad un prodotto ritenuto tra i migliori e degno di essere protetto.

In questo percorso, dagli antichi romani ai monaci che nel medio evo hanno mantenuta viva la competenza, sino ai preziosi contributi della Facoltà di Agraria dell'Università di Perugia, ed alle metodologie e disciplinari messi a punto dal Parco Tecnologico della Regione Umbria si delinea la base per una delle migliori pratiche colturali dell'olivo e dell'olio da esso ottenuto.

Tempi dell'Olivo

La nostra azienda si avvale dell'osservazione e registrazione dei fenomeni evolutivi della pianta dell'olivo (fenologia) che intervengono nel corso dell'anno determinando lo sviluppo ciclico dell'accrescimento dalla stasi vegetativa alla maturazione della drupa.

Tali osservazioni scandiscono i tempi dell'olivo e delle pratiche colturali; in tal modo si vuole ottenere una produzione olivicola economicamente soddisfacente, cosa molto impegnativa in questi tempi di mutazioni climatiche.

Una descrizione delle fasi fenologiche attraversate dall'olivo nel suo sviluppo (stasi vegetativa, ripresa vegetativa, emissione mignole, mignolatura piena, fioritura, allegazione, accrescimento dei frutti, indurimento nocciolo, invaiatura e maturazione) sono state descritte da Rallo ed altri nel 1994 che segnala inoltre che lo sviluppo degli organi vegetativi si compie in un anno, mentre l'attività riproduttiva si compie in un biennio.

L'obiettivo aziendale è quello di costituire una banca dati con le osservazioni relative allo sviluppo delle piante durante il ciclo di crescita annuale relazionandola con le pratiche colturali.

Siamo convinti che la banca dati ci consentirà di migliorare le scelte di attuazione delle tecniche di produzione e la protezione delle colture con un occhio rivolto soprattutto alla qualità che rappresenta il vero obiettivo aziendale.

Una goccia di Storia

Una goccia d'olio è una goccia di storia, di leggenda, di mito, di religione. È testimone del progresso della civiltà del "Mare Nostrum", dello sviluppo del commercio, delle conquiste economiche, dell'evoluzione dell'uomo. Ai tempi delle leggende Adamo ricevette da un Angelo tre semi dell'albero del Bene e del Male. Morì e il figlio Seth gli pose tra le labbra i tre semi. Sulla sua tomba spuntarono tre arbusti: il cedro, il cipresso e l'olivo. Ai tempi dei miti eterni sulla rocca di Atene si svolse una sfida: Poseidone e Atena si contendevano la protezione della città che doveva dominare il Mediterraneo. Col tridente da una fonte prodigiosa Poseidone fece balzare nientemeno che il primo cavallo! Ma non gli bastò. La saggia Atena, Vergine come inespugnabile era la sua città, aveva portato dalla Libia1 un innesto dell'albero a lei sacro: donò l'Olivo e vinse! Tenace e sobrio unito all'oleastro esso fu giudicato da tutti gli dei e da tutti gli uomini incomparabile! Omero per primo inventa i suoi attributi: "έρνος εριθηλές "2 (érnos erithelés) pollone fecondo, "καλόν" (calon) "τηλεθάον" (telethàon) bello, rigoglioso, "χλωρόν"3 (cloròn) verde il suo tronco, "λευκόν" (leucòn) bianco il suo fiore. Ed ecco l'uomo ne trae un vero tesoro: "έλαίғον ύγρον"4 (elàivon ugron) olio limpido, liquido che gocciola dalle tele al lavoro delle regge di alcinoo; olio grasso, denso "λιπόν"5 (lipo) che accompagna Patroclo all'immortalità, fa splendere le criniere dei suoi cavalli, ravviva i capelli di Achille e di Menelao! Quando Odisseo vede l'albero "τανυφύλλος" (tanifillos) dal largo fogliame in capo alla baia di Itaca, sa di essere arrivato a casa, al caro porto, alla grotta delle Naiadi dove sono riposti vasi pieni di miele e di olio6.

L'olio non solo illumina le rotte dei viaggiatori, ma anch'esso viaggia e viaggia ... giunge in Italia. E fu grazie ad Aristeo7, l'Apollo dei pastori, punito per aver tentato usare violenza ad Euridice amata da Orfeo e per averne provocato la discesa nel Regno dei Morti. Colpevole e costretto a peregrinare, grazie all'accuratezza con cui egli, in Sicilia ed in Sardegna insegna la coltura dell'olivo, si riscatta ed acquista la divinità. L'olio sana e conserva. Crono inghiottiva i propri figli per non essere detronizzato, ma quando fu il turno di Zeus, Rea gli diede da mangiare in sua vece una pietra che valse la salvezza al padre degli dei. Quella pietra rigurgitata è a Delfi, l'Ombelico del Mondo, circondata da boccoli di lana e sempre ben unta d'olio8. L'olio premia. Nessuno in Grecia avrebbe accettato denaro oppure oro per aver vinto una gara, ma solo alloro e olio, quello si. Così alle Grandi Panatenee, le più importanti feste sacre narrate dall'inventore della Storia Erodoto9 e scolpite da Fidia e dai suoi prescelti nei fregi dell'Eretteo, il tempio attorno al primo arbusto sulla rocca, "πάγος ελαιóφορος"10 (pàgos elaiòforos) di Atene. Qui donne velate, leggere, recano tonde olle αμφορεις (anforèis) sulla spalla, in processione fino alla cima11. È bello immaginarle nel IV secolo A.C., nel pieno della democrazia mentre guardano riconoscenti il frontone est del Partenone dove sempre Fidia aveva immortalato il mito della contesa vinta da Atena col dono dell'olivo alla città. Tucidide scrive: "I popoli del Mediterraneo uscirono dalla barbarie quando impararono a coltivare l'olivo e la vite"12.

L'olio illumina, principio di vita nella lampada dall'Oriente all'Occidente, nelle case degli uomini e nei templi degli dei, dall'Egitto del dio Ra, Sole e Stato, ai palazzi persiani, al tempio di Re Salomone. Solo dall'olio i Re d'Israele ricevevano l'autorità13, unti diventavano sacerdoti ottenendo la benedizione divina14, attraverso l'olio comunicavano Gioia15 e Fraternità16. I profeti erano gli unti17. Così Cristo è traduzione fedele dall'aramaico in greco di Masciah, Messia, Unto18. Le piante del Getsemani, letteralmente 'frantoio', ai piedi del Monte degli Ulivi ascoltarono silenziose la preghiera di Gesù al Padre nella sua ultima notte. Sotto gli olivi ancora pregano i monaci Benedettini e Cistercensi meritevoli di aver ripreso nel Medio Evo la coltivazione della pianta, fedeli ai testi antichi, da Esiodo a Virgilio, che conservarono e trascrissero. L'Olivo in cima al monte Sinai - Horeb è ugualmente sacro ai fratelli ebrei e musulmani, per cui è figura dell'Imam ed uno dei nomi dell'Unico Dio è scritto sulle sue foglie19. Nel "Sogno del Profeta" l'albero è simbolo del Paradiso degli Eletti20. Quando il mondo iniziò il cammino verso la civiltà dopo il Diluvio Universale, la colomba bianca, recando il ramoscello d'olivo, venne ad annunciarci quiete e pace. Da allora e come allora sempre l'uomo condisce la propria vita con una goccia d'olio, il "liquido d'oro".

1 PAUSANIA Descrizione della Grecia II - 47, 1
2 OMERO Iliade XVII - 53 sg.
3 OMERO Odissea IX - 376
4 OMERO Iliade XVII - 56
5 OMERO Iliade XVIII - 349
6 OMERO Odissea XIII - 102 sg.
7 Diodoro Siculo Loc Cit PAUSANIA Descrizione della Grecia X - 17, 3
8 PAUSANIA Descrizione della Grecia X - 24, 25
9 ERODOTO Storie V - 56
10 EURIPIDE Ione - 1480
11 TUCIDIDE Storie V - 47
12 TUCIDIDE Storie I - 20
13 SAMUELE 16, 13; ISAIA 11, 2
14 DEUTERONOMIO 33, 24
15 Salmo 48, 5
16 Salmo 133
17 LEVITICO 21, 10
18 LEVITICO 21, 10 OMERO Odissea XVIII - 195
19 Versetto coranico della Luce 24, 35
20 HAYI 285, 294

Riferimenti Bibliografici
R. Graves I Miti Greci Ed. Longanesi & C, 1963.
D. del Corno, L. del Corno Nella Terra del Mito Ed. Mondatori, 2001.
P. Citati La luce della notte Ed. Mondatori, 1996.
P. Adorno L'arte Italiana Ed. G. D'Anna, 1986.
J. Chevalier, A. Gheerbrant Dizionario dei Simboli Ed. Rizzoli, 1986.
S. Hayek Le Mystère d'Ismael Ed. Mame Paris, 1964.